L’acquisizione di Goldoni da parte del gruppo cinese Lovol Heavy Industry ha dato il via a una riorganizzazione delle attività della Casa emiliana con quale la Multinazionale asiatica punta a raggiungere i 100 milioni di euro di fatturato entro il 2020
La seconda vita di Goldoni è iniziata a Verona. Il Marchio emiliano, acquisito lo scorso mese di dicembre dal gruppo cinese Lovol Heavy Industry, è infatti entrato a pieno titolo nel suo nuovo corso aziendale in occasione di Fieragricola con l’integrazione della propria linea di prodotto in Lovol Arbos Group, la neonata divisione europea della Multinazionale asiatica attualmente impegnata nella ristrutturazione e riorganizzazione delle attività industriali della Casa di Migliarina di Carpi. Primo passo in tal senso il riavvio lo scorso 19 gennaio della produzione, cui farà seguito un riordino delle linee di montaggio che, per quanto riguarda i trattori Goldoni, occuperanno solo due delle quattro linee esistenti. Dal rinnovamento delle due linee di montaggio libere nascerà poi un’unica nuova catena produttiva dalla quale scenderanno dal prossimo mese di novembre gli aziendali Arbos serie “P 5000”, quattro modelli con potenze comprese tra i 100 e i 130 cavalli che saranno affiancati in occasione di Eima 2016 dalle preserie dei campo aperto “P 6000” e “P 7000”. Nessuna novità è invece prevista a breve per la gamma Goldoni che rimarrà invariata nei prossimi mesi e sarà prodotta unicamente su ordinazione, in modo tale da evitare la creazione di stock, con l’obiettivo di raggiungere entro fine anno le due mila macchine vendute, per un controvalore commerciale di 38 milioni di euro. Più ambizioso il target economico che i vertici di Lovol Arbos Group si attendono da Goldoni entro il 2020, ovvero il raggiungimento dei 100 milioni di euro di fatturato giocando sulla presenza del Marchio emiliano esclusivamente sui mercati già in precedenza presidiati. Non è infatti prevista nell’immediato futuro l’esportazione dei trattori emiliani sul mercato cinese, a differenza di quanto già accade invece con la linea di prodotto Matermacc, azienda friulana specializzata nella produzione di seminatrici meccaniche e pneumatiche anch’essa acquisita dal gruppo Lovol Heavy Industry, che nel 2015 ha visto il suo fatturato raggiungere i 20 milioni e 300 mila euro anche grazie all’export verso il Celeste Impero pari a cinque milioni e 200 mila euro.